Obama attacca i social network

Facebook, Twitter e quanto altro, cioè tutti quei servizi di comunicazione via smartphone sono nel mirino più che pressante da parte delle agenzie di ordine e sicurezza statunitensi che hanno dato il via allo studio di una nuova normativa che garantisca l’utilizzo delle intercettazioni anche in rete, in particolar modo tra le connessioni dei social network più comuni.

La necessità di aprire le porte a nuove misure di sicurezza ha origine nelle difficoltà riscontrate dalle autorità americane nell’intercettare comunicazioni non solo su piattaforme mastodontiche come il rinomato Facebook ma anche su mezzi di comunicazione “peer to peer” tra i quali, appunto, l’utilizzatissimo Skype.



Gli Stati Uniti godono, dal 1994, di una legge varata di pari passo con lo sviluppo della telefonia mobile, la quale comunica l’obbligo, per le reti di telefonia e a banda larga, di poter essere intercettabili, ma si tratta di una normativa che, almeno fino ad ora, non ha ancora fatto gravare tale misura sui provider internet.

Diretti interessati sono soprattutto i servizi di messaggeria criptata, per il cui accesso l’interesse si è esteso anche a paesi come India, Emirati Arabi e Arabia Saudita i quali minacciano di oscuramento qualora non dovessero riuscire ad ottenere accessibilità.

Di fatto, il processo di messa a punto di una simile legge non è tra i più semplici, dal momento che esiste, imminente e pericolosa, la possibilità di una pur involontaria apertura globale delle porte telematiche agli haker più accaniti. Inoltre, difficile appare anche imporre l’obbligo di seguire regole di accessibilità e decrittabilità delle comunicazioni a operatori esteri che non offrono servizi sul territorio nazionale.
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